POVZETEK | ESTRATTO
Alternativa vuol dire restituire al Parlamento la sovranità usurpata dalle segreterie dei partiti di governo in collusione con le concentrazioni della finanza e dell'Informazione; vuol dire aprire spazi di libertà e di partecipazione a vasti settori sociali dominati dal clientelismo, dalla corruzione, dal timore di potentati arroganti e inamovibili; vuol dire scoprire un nuovo modo (tecnico e morale insieme) di fare politica.
Alternativa pomeni vrniti parlamentu suverenost, ki so mu ga odvzela tajništva vladnih strank skupaj s koncentriranjem financ in informacije; pomeni odpreti prostore svobode in sodelovanja za široke družbene sektorje, kjer prevladuje klientelizem, korupcija in strah pred arogantno in togo oblastjo; pomeni odkriti nov način (skupaj tehničen in moralni) ukvarjanja s politiko.
ARTICOLO ESTRATTO DA "L'UNITÀ"
L’Italia ha bisogno di una grande sinistra democratica capace di offrire quella possibilità di alternativa che è requisito essenziale della democrazia. La mancanza di alternativa si traduce in una discriminazione ed emarginazione che non colpiscono soltanto il Pci e i comunisti ma si estendono a settori sempre più vasti di società civile e politica, ai cattolici democratici, ai partiti laici, all’area ambientalista e radicale e ormai perfino alla sinistra democristiana, che sta riscoprendo il peso di una politica scissa dalla morale.
Alternativa vuol dire restituire al Parlamento la sovranità usurpata dalle segreterie dei partiti di governo in collusione con le concentrazioni della finanza e dell’informazione; vuol dire aprire spazi di libertà e di partecipazione a vasti settori sociali dominati dal clientelismo, dalla corruzione, dal timore di potentati arroganti e inamovibili; vuol dire scoprire un nuovo modo (tecnico e morale insieme) di fare politica. Pensiamo che anche molti socialisti avvertano queste esigenze.
«aprire una fase costituente per dare vita a una nuova formazione politica della sinistra italiana»
Per questo riteniamo di grande importanza per tutti, e non solo per i comunisti, il dibattito in corso nel Pci sulla proposta di «aprire una fase costituente per dare vita a una nuova formazione politica della sinistra italiana». È una proposta che chiama tutti i democratici di sinistra a partecipare all’elaborazione delle idee, del programma e della natura della nuova formazione politica: nuova nella sostanza, nella forma e nel nome.
La proposta, mentre valorizza il contributo di idee e di lotte dei comunisti alla democrazia in Italia, comporta il superamento della «diversità» comunista intesa come totalità ideologica da inverare in un modello di società e di stato. Si afferma così una concezione laica della sinistra, che rilancia i valori della libertà, della giustizia, dell’uguaglianza, della solidarietà, nella democrazia e con la democrazia, non per proiettarli su un indefinito futuro ma per governare l’oggi, per cambiare la realtà del tempo presente.
La proposta si rivolge al paese e mira ad arrestare l’involuzione politica che lo avvilisce. Ma siamo preoccupati perché il congresso comunista sembra chiudersi in se stesso, in una sorta di referendum tra il «si» e il «no». Per questo riteniamo importante collaborare – per la futura «fase costituente», ma fin da ora – all’approfondimento di alcuni temi progettuali certamente prioritari: le «idee-forza» che dovranno caratterizzare il programma e, dunque, l’identità della nuova formazione politica e la sua qualità di forza di governo.
Pensiamo che si debbano promuovere tutte le occasioni utili per contribuire, in modo serio e rigoroso, a questo lavoro di elaborazione e di confronto, e cogliere i momenti di dibattito che già sono stati promossi, come l’assemblea indetta a Roma per il 10 febbraio.