POVZETEK | ESTRATTO
Intervista dopo la seconda elezione consecutiva di Bratina nonostante la sconfitta della Sinistra. Paventa un rischio democratico a livello locale dove le proposte della Destra, a tentazione neofascista, non seguono percorsi di maggiore integrazione transfrontaliera e di generale sviluppo.
Pogovor po Bratinovi drugi zaporedni izvolitvi v parlament, kljub porazu levice. V njem izpostavlja ogroženost demokracije na lokalni ravni, kjer predlogi desnice s fašističnimi skušnjavami ne gredo v smer večje čezmejne integracije in splošnega razvoja.
ARTICOLO ESTRATTO DA "Il Piccolo"
GORIZIA – Il responso elettorale è stato fuori da ogni dubbio una doccia fredda. Per la Sinistra e quindi il momento delle analisi delle riflessioni dalle quali non si esime il goriziano Darko Bratina che si conferma al Senato per la seconda legislatura consecutiva.
Bossi e Berlusconi non trovano un accordo. Nel frattempo i progressisti cosa stanno facendo?
«Credo che la vittoria di Forza Italia sia una vittoria di Pirro. Anche in campagna elettorale avevo detto che il problema non era quello degli schieramenti ma di chi sarebbe stato in grado di far vincere il paese, portarlo sul nuovo e non su minestre riscaldate. Non vorrei infatti che il consenso a Forza Italia si rivelasse fare i furbacchioni ancora una volta».
E la Lega?
«All’interno del Polo delle Libertà penso che la Lega stia facendo un’interessante opera di pedagogia politica. A fatica cerca di far passare dei messaggi che Forza Italia ha del tutto occultato. Sulla Lega si può discutere a lungo, ma credo che quel che c’è di sano nel Paese lo troviamo fra i progressisti. La Lega, il resto è dejavù. Le dichiarazioni di Bosco non mi hanno stupito. Sono ragionamenti sensati. Ciò non vuol dire fare il pateracchio Lega-Pds. Non ho mai demonizzato la Lega, ma al suo interno ci sono persone che starebbero bene nel vecchio Msi e alcuni di questi sono proprio a Gorizia».
Quali possono essere le prospettive dei progressisti, anche in vista delle prossime elezioni comunali a Gorizia?
«Bisogna vedere cosa succederà nei prossimi giorni, la politica non è meccanica, ma un processo. Per le comunali una conferma a destra ci farebbe diventare una città a rischio democratico. Gorizia ha bisogno di convivenza e se si inizia ad agitare questioni di confine e tentazioni neofasciste si compromette la democrazia ma lo sviluppo stesso. I goriziani possono scegliere quello che vogliono, ma devono sapere che certe opzioni hanno determinate conseguenze».
Ma la Destra di commercio e sviluppo ne fa una bandiera …
«La politica della Destra è come quella di un commerciante che prima dà uno schiaffo al cliente e poi pretenda che quello compri lo stesso».
In sede parlamentare quali saranno le problematiche fondamentali per la regione e le zone di confine?
«Sono quelle indicate anche durante la campagna elettorale: la riconsiderazione dell’Isontino, la strada intrapresa con la carta per GoriziaCONTESTUALIZZAZIONELa Camera di Commercio di Gorizia negli anni '90 formulò e attuò una serie di interventi, come la Carta per Gorizia 1 e 2., una maggiore integrazione transfrontaliera, l’autoporto e l’università, perché lo sviluppo richiede anche un quadro di civiltà».
E i primi argomenti da affrontare?
«Molti temi proposti in campagna elettorale sono stati ripresi da altri e quindi preferisco per il momento non sbilanciarmi. Sicuramente posso anticipare l’Impegno per il primo patto territoriale transfrontaliero e per l’università».
Forza Italia è diventata il primo partito anche a Gorizia …
«Mi sembra proprio che di nuovo non ci sia niente. Basta vedere la bagarre nata nei giorni scorsi sul futuro sindaco di Gorizia all’interno di Forza Italia: Zulli e Ziberna portano avanti una vecchia diatriba fra un ex-andreottiano e un ex-socialdemocratico che lottano per il proprio potere».
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Davide Sfiligoi